Il decreto “dignità” varato dal nuovo governo va modificare il Decreto legislativo n. 81/2015 riducendo l’ambito di applicazione dei contratti a termine. I nuovi contratti a termine senza causale potranno essere sottoscritti fino a 12 mesi (oggi il tetto è di 36 mesi) e la durata massima complessiva in caso di proroghe si fermerà a 24 mesi.
La maggior durata del contratto a termine potrà essere fatta solo in presenza di motivazioni specifiche che la normativa testualmente così individua: “a) esigenze temporanee e oggettive, estranee all’ordinaria attività per esigenze sostitutive di altri lavoratori, b) esigenze connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell’attività ordinaria”.
ll giro di vite sui rapporti a termine si applicherà non solo ai nuovi contratti, ma anche a quelli in corso, seppur limitatamente a eventuali loro proroghe e rinnovi. Il contributo addizionale di 0,5 punti – in aggiunta all’1,4 già previsto dalla legge Fornero – scatterà dal primo rinnovo di ogni rapporto a tempo (e non più a partire dal secondo), lo stesso viene inoltre esteso anche alla somministrazione.